ANTONIO VITALE | PI-R-SQUARED | PIGRECOERREQUADRO | 2017

Giuseppe Livio’s works are born of precise mental deposits, such that the stories expressed in them have a value only distracted by the aesthetic value, being permeated instead by a meaning as testimony, as memory or, more exactly, of everything that could probably be memory, sometimes with a vocation tending to the memorable.

From this formal position the artist goes beyond the sign of black on white and, with work renewed in the meaning, weaves a personal figurative grammar with a syntax of imaginary physicality, mythical, primitive, metaphoric, rich in impulses and showing vivid colouristic ease. These are elements that are not easy to acquire, except after intense painting activity. Livio pushes the painting to the point at which the observer’s gaze and that of the subject depicted meet in nervousness, in hysteria, in the convulsion of the smallest signs. In these and other works the centrality not only of the gazes, but of the whole face, is shot through by tension and tumult. A mysterious destroying and catalyzing strength pervades his portraits, suggested by the real world and translated, through the folding of a sign or a brushstroke, into a depth of vision.

Hence Livio’s gaze becomes a long one and the breathing of his brushstrokes turns slow and watery, and caresses the expressive horizon of the “Pigrecoerrequadro” series, that is say a way of speaking of Myth that lives not only in the Aeolian Islands but in the whole Mediterranean, and from this observation point a way of thinking about the sea as a natural conjunction among all possible landing places, at any latitude and at any observation time. In these works it is possible to perceive an expansion of creativeness that Livio has “confined” beyond the endless line of an imagined magic circumference whose area, pi-r-squared precisely, represents the alchemic place in which thought condensed in signs and colours becomes possible space, likely. True (?).


Le opere di Giuseppe Livio nascono da depositi mentali precisi e tali per cui le storie in esse espresse hanno un valore distratto dal solo valore estetico, essendo invece permeate da un significato di testimonianza, di memoria o, meglio, di tutto ciò che potrebbe essere verosimilmente memoria, talora con una vocazione tendente al memorabile.

Da questa posizione formale l’artista supera il segno del nero sul bianco e, con un lavoro rinnovato nel senso, intreccia una personale grammatica figurativa con una sintassi di fisicità immaginarie, mitiche, primitive, metaforiche, ricche di impulsi e dalla vivida spigliatezza coloristica. Elementi, questi, di non facile acquisizione, se non dopo un’intensa attività pittorica. Livio spinge la pittura fino al punto in cui lo sguardo dell’osservatore e quello del soggetto ritratto si incontrano nel nervosismo, nell’isteria, nella convulsione dei segni minimi. In queste e in altre opere la centralità non solo degli sguardi, ma di tutto il viso, è attraversata da tensione e tumulto. Una misteriosa forza distruttrice e catalizzatrice pervade i suoi ritratti, suggeriti dal mondo reale e tradotti, attraverso la piegatura di un segno o di una pennellata, in una profondità di visione.

Da qui lo sguardo di Livio diventa lungo ed il respiro delle sue pennellate si fa lento e si fa acqua, ed accarezza l’orizzonte espressivo della serie “Pigrecoerrequadro”, ovvero un modo per parlare del Mito che abita non solo le Isole Eolie, ma tutto il Mediterraneo, e da questo punto di osservazione pensare al mare come congiunzione naturale tra tutti gli approdi possibili, a qualsiasi latitudine e in qualunque tempo di osservazione. In queste opere è possibile scorgere un’espansione di creatività che Livio ha “confinato” al di qua dell’infinita linea di un’immaginata magica circonferenza la cui area, pigrecoerrequadro per l’appunto, rappresenta l’alchemico luogo in cui il pensato condensato in segni e colori diventa spazio possibile, verosimile. Vero (?).